Cerco
la “città del pane”
presepe primo
di Figlio d’uomo,
ma smarrita è la cometa
nel labirinto
dei dannati:
luci surrogate
fanciulle della notte
follie di droghe
e suoni,
uomini smemorati
da scienti saggi
sotto vecchi giornali
di ieri,
ripudiati
dormono.
“Dov’è il tuo Dio?”
grida Giobbe
dal letame.
Eppure all’orma
Tua
il mio piede
stava attaccato,
ma giungo
al vico delle indecenze!
Lontano
fra clero festante
e gioie di pastori,
inneggiano
buoni Epuloni
d’una notte:
“è natale,
non si soffre più”!